venerdì 29 agosto 2014

NIENTE INVIDIE

È un uomo di pace e allo stesso tempo conosce il significato della parola scudisciata .
Papa Francesco è dolce come il miele ma in alcuni casi come mercoledì entra in tackle come un mediano sull'avversario e gli toglie la palla .
Sentite nell'udienza di mercoledì cosa ha detto , vorrei ricordare che dopo la pausa di luglio e una
breve apparizione a inizio ad agosto sua Santità é tornato a parlare con i fedeli in piazza San Pietro .

«In una comunità cristiana la divisione è uno dei peccati più gravi, perché la rende segno non dell'opera di Dio ma dell'opera del diavolo». Papa Francesco ha dedicato la sua catechesi del mercoledì alla necessità di «unità» nella Chiesa e nelle comunità cristiane, con un forte richiamo a evitare «divisioni», alimentate anche da <chiacchiere invidie e gelosie >.
«L'esperienza – ha messo in evidenza Francesco - ci dice che sono tanti i peccati contro l'unità della Chiesa: non pensiamo solo agli scismi, pensiamo anche a mancanze molto comuni nelle nostre comunità, a peccati “parrocchiali”», ha affermato nel corso dell'udienza generale. «A volte le nostre parrocchie - ha proseguito - chiamate a essere luoghi di condivisione, sono tristemente segnate da invidie, gelosie, antipatie. Le chiacchiere sono a mano di tutti – ha denunciato parlando a braccio - quanto si chiacchiera nelle parrocchie!». «È buono o non è buono? - ha quindi domandato ai fedeli - E se uno viene eletto presidente in quella associazione si chiacchiera contro di lui. Se l'altra viene eletta presidente della catechesi si chiacchiera contro di lei: ma questa non è la Chiesa, non si deve fare», ha aggiunto, applaudito dalla folla. «Non vi dico che vi tagliate la lingua, questo no - ha detto ancora il Papa - ma di chiedere al Signore la grazia di non farlo: questo è umano ma non è cristiano, questo succede quando puntiamo ai primi posti, quando puntiamo ai successi personali e giudichiamo gli altri, quando guardiamo ai difetti dei fratelli invece che alle loro doti, quando guardiamo a ciò che ci divide invece che a ciò che ci accomuna».

«Se guardiamo alla storia della Chiesa quante divisioni fra noi cristiani!», ha esclamato il Papa. «Anche adesso siamo divisi - ha aggiunto - Nella storia, come cristiani, abbiamo fatto la guerra fra noi per divisioni teologiche: pensiamo a quella dei trent'anni. Ma questo non è cristiano». «Siamo divisi anche adesso: dobbiamo chiedere l'unità di tutti i cristiani, quella che Gesù vuole, perché ha pregato per questo», è l’appello del Pontefice.
«Una volta, nella diocesi che avevo prima, ho sentito un commento interessante e bello», ha raccontato di nuovo a braccio Papa Bergoglio: «Si parlava di un'anziana che tutta la vita aveva lavorato in parrocchia. Una persona che la conosceva bene ha detto: “questa donna mai ha sparlato, mai ha chiacchierato, sempre era un sorriso”. Una donna così può essere canonizzata domani, è bello questo, un bell'esempio».

«Di fronte a tutto questo – ha richiesto Francesco - dobbiamo fare seriamente un esame di coscienza. La divisione in una comunità cristiana, sia  in una scuola, sia in una parrocchia, sia in un’associazione, ma dove sia, è un peccato gravissimo, perché è opera del Diavolo. Dio, invece, vuole che cresciamo nella capacità di accoglierci, di perdonarci e di volerci bene, per assomigliare sempre di più a Lui che è comunione e amore. In questo sta la santità della Chiesa: nel riconoscersi a immagine di Dio, ricolmata della sua misericordia e della sua grazia».
«Cari amici - ha concluso il Papa la sua catechesi - facciamo risuonare nel nostro cuore queste parole di Gesù: “beati gli operatori di pace perché saranno chiamati figli di Dio”. Chiediamo sinceramente perdono per tutte le volte in cui siamo stati occasione di divisione o di incomprensione all’interno delle nostre comunità, ben sapendo che non si giunge alla comunione se non attraverso una continua conversione. E che è la conversione? Ma, Signore, dammi la grazia di non sparlare, di non criticare, di non chiacchierare, di volere a tutti bene. È una grazia che il Signore ci dà. Questo è convertire il cuore, no? E chiediamo che il tessuto quotidiano delle nostre relazioni possa diventare un riflesso 
sempre più bello e gioioso del rapporto tra Gesù e il Padre».

Da premio Nobel , da tramandare alle future generazioni.

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