sabato 29 maggio 2021

MODERNO CINCINNATO

 Il film girato da Netflix su Roberto Baggio può piacere come no , nasconde nei suoi meandri un uomo che sta lontano dai riflettori del pallone da tanti anni per scelta personale .L’ex calciatore ha attraversato un periodo molto eccitante del calcio italiano , si è sempre assunto le responsabilità delle proprie azioni senza rimpianto , talvolta dimentichiamo cosa gli fosse accaduto da giovane , le sue fragili ginocchia non gli concedevano tregua , a Firenze Baretti lo affidò alle sapienti mani di Vittori ( l’allenatore di Mennea ) perché potesse forgiarlo dopo l’ennesimo stop, da lì Roberto ha spiccato il volo anche grazie alla pratica del Buddismo ereditata dall’amico Maurizio Boldrini , è cresciuto a vista d’occhio , ma non ha mai voluto darsi delle arie .Baggio in cuor suo vive con gli insegnamenti del padre e della madre, lavoro , silenzi , profilo basso e pochi svolazzi , insomma è il prototipo di una terra dove vige una cultura precisa, vuole vivere il suo tempo a contatto con la natura mettendo da parte il dorato mondo del pallone .

Non si dà pace per quel rigore sbagliato a Pasadena nella finale del mondiale del 1994 , è il suo cruccio ma conta altro nella quotidianità , è un moderno Cincinnato che sta alla larga delle TPI e dalla finanza calcistica .

Va rispettato , non alza la voce , ci ha regalato emozioni , oggi il pallone invece è grave difficoltà , Baggio ne sta alla larga poiché ne conosce le dinamiche , è diverso anche in questo , ha consapevolezza di avere dato molto ma ha un suo equilibrio dovuto alla lontananza .

Altroché trasmissioni improbabili , Roberto vede ora crescere le piante e sorride molto più di quando qualche allenatore lo metteva in disparte .


giovedì 20 maggio 2021

A PUGNI CHIUSI

É finito un periodo complesso , ci ho lavorato con tanta applicazione , l’ossessione per quell’arrivo l’ho fatta salire a livelli di guardia e in quel pugno è racchiuso un messaggio . In Umbria e a Radda gli occhi possedevano una marcia diversa , poi sono intervenuti i silenzi a suggellare l’attimo .Se a Sant’Arcangelo sorridevo , nella successiva volevo capitalizzare il sacrificio usando altri mezzi .
Non avevo pietà , stavo nei cancelli in maniera prepotente , sopportavo il dolore agli alluci , ho pure sbagliato strada a 4 chilometri dalla fine non vedendo l’ultima fettuccia .
Da lì in poi mi sono chiuso a riccio , ho ritrovato la direzione corretta e all’arrivo non ho proferito parola con grande stupore dello speaker il quale a un certo punto voleva farmi rilasciare una dichiarazione .
Mi avvicino e gli sussurro qualcosa , lo speaker non appena ode le poche sillabe spalanca gli occhi, pensava a qualcosa di divertente come al solito , invece il momento è differente .
Con lo sguardo mi chiede conferma , io annuisco , a quel punto lo speaker preme il pulsante sul microfono e da voce : “ Ha detto che è per suo babbo “ .
Abbasso lo sguardo , i pochi presenti applaudono , stringo forte i pugni e mi dirigo verso il tavolo per ritirare la medaglia , ricevo i complimenti , poi giunge un amico che ha terminato la sua prima ultra da 73 km , piange , incrociamo i nostri sguardi , si avvicina e ci abbracciamo . 
Lui ringrazia , io continuo ad annuire , gli metto la medaglia al collo poi ritiro la mia .
Penso alla prossima gara lunga , a babbo , a mamma , alle mie figlie e soprattutto alla mia regina . Vorrei fossero qui , stringo ancora i pugni , seggo sul marciapiede , sfogo la rabbia con un gran sospiro .
Non esistono più gli inchini , ho svoltato .