venerdì 10 luglio 2020

A TESTA ALTA COME GIGI

31 anni , sovrappeso , sguardo malinconico , poco sorridente , barba lunga , faccia perennemente stanca a causa delle tante ore di lavoro , fidatevi non è la descrizione di un martire , però  apparivo 14 anni fa mentre mi accingevo ad assistere alla finale del mondiale di Germania del 2006 vinto dagli azzurri di Lippi sulla Francia dopo i calci di rigore .
Sarebbe stato bellissimo festeggiare gioiosamente , ma non venne colta l’occasione .
Il pensiero volò al giorno successivo quando la routine del quotidiano avrebbe ripreso il suo naturale percorso , indubbiamente qualche passaggio risultò mancante ,
Dopo il rigore di Grosso sorrisi , poi giunse il nulla , l’indifferenza .
Andai a Campi Bisenzio il lunedì mattina , svolsi il lavoro , parlai della vittoria ma quando articolai il discorso ogni volta venni colpito da un senso di vuoto .
Al circo Massimo andò in scena una festa indimenticabile nelle ore successive , la guardai in tv e ebbi qualche rimpianto , a distanza di anni su Sky viene trasmesso uno speciale su Gigi Riva, ovviamente lo seguo curioso , è diviso in due parti e nella seconda vengo a conoscenza di alcuni particolari della festa in oggetto .
L’ex giocatore del Cagliari nel 2006 era accompagnatore della nazionale e a Roma si rese protagonista di un episodio significativo .
A un certo punto della serata abbandonò il pullman che stava portando in giro la squadra in mezzo alla gente , era infastidito dalla presenza di persone in contrasto col suo modo di intendere .
Gigi per coerenza si fece restituire la sua valigia , prese un taxi e se ne tornò nella sua amata Sardegna , dove nessuno lo avrebbe mai contestato godendo del suo adorato silenzio .
Lo avrei dovuto fare anche io e senza gesti eclatanti quella sera dopo la vittoria degli azzurri , almeno non avrei assistito ancora a lungo a ipocrisie .
Si cresce , si cambia , si cerca di avere una qualità della vita migliore però lo sguardo va tenuto alto , se lo abbassi sotterri la coerenza .

martedì 7 luglio 2020

ORA È SOLO FINANZA


Questa storia parte da molto lontano , ancora non avevo ben chiaro in testa cosa significassero quelle sigle , lentamente l’approccio al mondo del pallone stava cambiando , non ero più un semplice appassionato , alcuni meccanismi mi sembravano strani , nel 2006 i trasferimenti  di Tevez e Mascherano in Inghilterra avevano dato  la spallata definitiva .
Era la prima volta di quell’acronimo che sarebbe divenuto lo spartiacque di un’epoca .Da allora ho speso parte del mio tempo a capire quei flussi , me li sono studiati e quando ho realmente piazzato le tessere al posto giusto nel mosaico si sono palesati scenari impensabili .
Ogni volta che ho parlato di calcio mi è sembrato naturale la sottolineatura di termini TPO e TPI , di plusvalenze fittizie , di finanza creativa  , di fondi di investimento proprietari dei cartellini dei giocatori e di conglomerati come il Wanda Group noti solo a coloro i quali leggono anche le scritte in piccolo .
Tutto questo ha spazzato via quello che rimaneva di un gioco che oggi si vede sostituito da quotazioni , la finanza muove le pedine nello scacchiere , è fredda , insensibile .
Dietro alle tv ci sono tycoon che vogliono un grande circo mediatico . E i tifosi ? Qualcuno li definì clienti anni fa dimenticando che senza di essi il circo presto o tardi chiuderà i battenti , con un calo del 40% degli ascolti recenti delle partite trasmesse in Tv si registrano crepe importanti .
Passeranno decenni prima di assistere a un cambiamento ulteriore .
Nel frattempo quando vedo un gruppo di ragazzini che corrono su un prato spelacchiato dietro a una palla mi brillano gli occhi , quello è il vero gioco e non il surrogato che propinano le TPI.

venerdì 3 luglio 2020

VISIONARIO MA LUCIDO


Era un caldo pomeriggio di fine giugno del 2009, ero seduto stancamente sul divano dopo una giornata pesante di lavoro , da alcuni giorni mi ronzavano strani pensieri in testa , avevo una voglia incredibile di ripartire con la pratica dello sport , il calcetto del giovedì non mi è sufficiente .
Ad un tratto scorsi i calzini che indossavo  , si accese un led , fin da ragazzino provavo tanto piacere quando correvo .
E se ricominciassi ?
Mi alzai dal divano come una molla, rovisto nei cassetti , trovo dei vecchi pantaloncini dei calzini e una maglietta di cotone .
Allacciai delle Puma color rosso Ferrari , al polso indossai un Casio di metallo ed uscii di casa . Duró 12 minuti quello che si può chiamare il primo “ allenamento “ , nei due giorni successivi feci altre uscite aumentando la durata .
Avevo trovato la giusta alchimia , qualcuno inizió a guardami stranito , qualcuno pensó che avessi perso il senno , il mio babbo invece fu l’unico ( come al solito ) che rimase in silenzio e capì il gesto poiché glielo spiegai .
“ Se te la senti vai “ furono le sue semplici parole . Abbandonai il calcetto dicendo candidamente che ero scarso , gli amici non capirono bene lo stato d’animo con il quale approcciassi il podismo che
divenne la mia terapia , la coperta di Linus , quando percorsi per la prima volta i 10 chilometri stetti molto male poiché gli ultimi 2 erano in salita . Da quel momento la maratona divenne l’obiettivo .
Venni considerato un visionario , ma non era nulla in confronto a quanto avrei pensato dopo
Ps : il mio ex presidente  al termine del primo passatore disse una frase che mai dimenticherò : “ La tua è lucida follia “.