mercoledì 20 marzo 2024

IL TRENO È IN ORARIO

 Non è andata bene la maratona di Roma , ho peggiorato il tempo rispetto a Pisa , sono di cattivo umore , mentre rientro con la metropolitana , eppure ho raggiunto quota 47 arrivi includendo le ultra .
Dovrei un minimo festeggiare , ostentare un sorriso , invece sto rinchiuso nel silenzio , mi lavo velocemente quando arrivo dai cugini .
Essi capiscono il mio stato d’animo , nel giro di pochi minuti il morale sale di nuovo seppure mentalmente riviva la gara e puntualmente vengono a galla gli errori .
Questa analisi è schietta , senza tanti giri di parole , dovevo indossare dei calzini diversi , il dolore al piede è la riprova di una postura errata , dovevo partire ancora più lento , il problema allo stomaco del mercoledì non era stato superato completamente , il senso di vuoto verso il km.30 è stato causato dalla sottovalutazione del caldo , bisognava avere nelle gambe altri due lunghi di cui uno di almeno da 35 km.
Se sono giunto al traguardo lo debbo alla gestione delle energie , alla esperienza e alla lucidità ormai acquistata .
Mi rilasso , dormo e trovo pace in quel pomeriggio di sonno , poi verso le 16 arriva una notizia tremenda , il direttore Joe Barone ha accusato un infarto ed è stato ricoverato d’urgenza in ospedale prima della partita tra Atalanta e Fiorentina .
Capisco che la situazione sia grave , mi arrivano messaggi da persone fidate e il martedì Joe lascia questa terra .
Ha ragione mio cugino Pino : dovrei lavorare meno e godermi un po’ di più la vita , vorrei agire così quadrando il cerchio definitivamente .
Bisogna cambiare di nuovo e questa trasferta mi ha aperto. 
Quel treno ha dato una spallata importante a momenti difficili , grazie Roma .




mercoledì 6 marzo 2024

QUEI FINALI FELICI

 Quell’attimo ha le fattezze di una realtà fortemente voluta , squarcia in due la serata più anonima , sia benedetto in eterno il cambio e la cancellazione di vecchie abitudini . Con. Le ripetute da 2000 metri si esce da una nuova zona di conforto, rappresenta una evoluzione ulteriore , la progressione adesso è realtà .
Parto , accelero , recupero , poi alzo di nuovo il ritmo , lo riabbasso per rigenerare , finisco in crescendo , stanco ma felice .
Mi seggo su una sedia che casualmente si trova lì , immerso in tanti pensieri , conscio di aver capitalizzato ogni sforzo e sfiancato da quell’ultimo strattone palesemente sotto .
Gli altri amici di squadra mi vedono stranito , assente , non capiscono quell’attimo , è normale poiché fa parte della sfera intima e pedissequamente la domanda alla risposta non arriva .
“ Dove sei stato fino ad oggi ?? Perché  questa bellezza arriva tutta assieme ???”
Monteroni , il mio allenatore , “ Babbo” Elvino , il lavoro , due ragazzine a cui trasmetto adrenalina , un minimo di tranquillità , nel mosaico mancano solo alcuni piccoli particolari e sarà completo .
È vita , sorrido , prendo fiato come nel recupero di 300 metri fatidici, amo questo cambio di passo , l’assioma di Kant ora sorregge questa struttura . 
Penso , devo . 
3000 metri di riscaldamento , ripetute 3x2000 metri , 400 metri di recupero e ultimo 1000 a 4’42”. 
Come è lontana Barcellona .

lunedì 4 marzo 2024

UNA CAREZZA A QUEL SOGNO

“Tieni duro e pensa solo  al ritmo “
Marco mi spronava così in quei 5000 metri finali di quei 30 km , il piano che avevamo in testa non ammetteva soluzioni ulteriori , bisognava che la media finale rasentasse la perfezione , si getta la base per un balzo nuovo .
Fisicamente ma sopratutto mentalmente è un test credibile , gli equilibri sono sottili quindi vanno gestiti con cura .
Per la prima volta siamo andati solo con i gel , acqua e sali rappresentano i liquidi , lo stomaco reagisce ben allo sforzo , qualche dolorino alle spalle è normale , giriamo in un lembo di circa 8 km senza curve , ci siamo concessi al massimo un minuto per ristoro poi è solo quella valle di silenzi interrotti dalla voce di uno speaker che commenta una gara nei paraggi .
Si arriva a quota 30 , ci fermiamo e da lì avanti inizia l’attesa , non parliamo , la stanchezza si fa sentire , sincronizziamo con l’applicazione , beviamo poi teniamo in sospeso il fiato .
Appaiono tutti i dati e gli annuncio : “ 5’40” Marco “.
Lui ride , prende il telefono e controlla , io non parlo , sono stravolto , cambiamo le magliette fradice , poi inizia il debriefing e il tema non cambia : puntiamo forte sul lavoro .
Ripenso a come sono state pure centellinate le parole , non andava sprecato il fiato in queste ore , rispetto all’ultima volta la media è scesa di 5” , invece il tempo trascorso è diminuito di 2 minuti precisi .
Guardo Marco che sorride , raramente è così poi si apre :” A questo punto devi solo crederci “.
Io non riesco a parlare , penso a tutti i sacrifici , alle rinunce , a come il podismo sia una medicina meravigliosa .
“ Per Firenze faremo un lavoro tutto diverso , avremo molto più tempo per programmare i lunghissimi , avrai ancora più velocità a breve , vedrai , vai a Roma e...”.
“ Ci proverò , anche se dovessi rosicchiare qualche minuto mi avvicinerei all’obiettivo , lavoriamoci “.
“ Se acquisisci ulteriore  velocità anche nel lungo è fatta , ci lavoriamo dai “.
Come sono lontani i tempi in cui vedevo 21 km di camminata in 3 ore oppure i 30 km sopra le 4 ore , eppure anche qui vale il cambio di passo , di vita , di abitudini e quel magnifico giorno a Monteroni .
“ Ci pensi spesso vero ? Era molto ondulato quel tracciato , ma poi accendesti “.
“ Quella scena mi ha cambiato le prospettive , dopo l’ultima salita avevo alcuni concorrenti davanti , gli cambiai passo in discesa e poi in piano , da lì è iniziato un nuovo percorso , il celebre episodio che conosci ha preso una forma differente , ora amo andare veloce “.
30 km , 2 ore 50’57” , media 5’40”.
Si chiama lavoro , non è apparenza , per certi versi è un bello schiaffo ma essendo un signore lo considero una carezza a quel sogno .