“ Torna a casa sua , viene a Firenze , sta in cassaforte “ così pensavo dentro di me negli ultimi chilometri a Venezia e per la prima volta non consideravo il viaggio attuale ma quello successivo .
Ho sorriso con la medaglia , le foto scattate con Ilaria posseggono un valore enorme , Lei ha portato in fondo la maratona con un solo lungo e questo deve essere un motivo di vanto , sopratutto da dimostrazione come la testa sia più importante del fisico .
Ormai il teorema ha più corollari , fa paura in alcuni punti , è un fulmine che squarcia il silenzio della notte . Se dovessi indicare un momento complicato lo individuerei in un improvviso doloretto al gluteo destro giunto poco dopo metà gara e scomparso dopo 38 km.
La giornata calda poteva mietere difficoltà , con spugnaggi frequenti ai ristori e con le flash dello zainetto la temperatura corporea ha subito un abbassamento .
Ritirando la sacca al deposito ho compreso che il lavoro svolto è indirizzato a Firenze li dove potrò toccare la quota delle 40 volte complessive sulle lunghe .
Rispetto al Mugello avró più di un mese di riposo e potrò godermi quell’attimo in maniera diversa .
Avrei voglia di togliere la maschera al silenzio in cui ho scelto di vivere , mi sono accorto di una serie di ipocrisie ancora più indegne e provo ribrezzo quando vedo abusare della immagine .
Forse qualche sassolino verrà fatto uscire dalle scarpe , volendo posso attendere e non sarebbe sbagliato . Resta comunque chiaro un concetto : lo sport va vissuto spesso senza secondi fini , altrimenti si trasforma in un’altra creatura .
Sono contento della scelta fatta , pur andando controcorrente non ho vestito certi panni e Venezia ne è stata la riprova .