Su quel pezzo di marciapiede , silente , con la testa già al lago Trasimeno dove tra 21 giorni farò 58 km , scarico la tensione accumulata cambiandomi velocemente . Non tocco alcunché al ristoro finale , bevo solo qualche sorso d’acqua , la solita inappetenza fa capolino , ormai è un classico .
Neppure indosso la medaglia di marmo appena conquistata qui a Carrara , avevo altri programmi , avrei voluto prendere la brocca a Castiglione 20 giorni fa .
Nascondo la rabbia nel silenzio , oggi ho gareggiato bene , mi rimprovero solo alcuni errori mentre mentalmente svolgo il debriefing .
Saluto alcuni amici e vado a recuperare l’auto , gli ultimi 3000 metri di gara non mi hanno soddisfatto , ma può succedere . In fondo sono rimasto dentro le 4 ore e 30’, mi dolgono le anche ma è capibile , una giornata calda toglie più energie quindi bisognava bere più frequentemente .
Vado negli spogliatoi per sedermi , mi sciacquo e poi vedo arrivare un amico che conosco .
È un po’ scuro in volto , lo avvicino chiedendo cosa non va .
Racconta l’avvenuto scuotendo la testa , lo ascolto in silenzio , nelle sue parole noto amarezza .
Lui mi guarda chiedendo una opinione , io ci rifletto e intanto lo invito a bere un caffè , una volta giunti al bar parlo :” Sai come ci motiviamo e udendo le tue parole posso capire .
Il nostro è uno stile di vita , ci sono sacrifici e rinunce diverse , inoltre apparteniamo alla categoria degli ultra . Sappiamo cosa significhi stare in giro a piedi più di 10 ore “.
Con la maratona di Carrara capisco di aver fatto la scelta giusta : bisogna solo girare lo sguardo tenendo però gli occhi sulla rotta scelta .
Una 100 km mette al sicuro da ogni dubbio perché quando arrivi sei a casa , a Faenza .
34 o 52 sono sempre più di 18. Almeno mi pare seppure non fossi una cima in matematica .
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