Il cartello che indica Firenze accende la vera luce nel mio cervello , è un amore sincero , passionale , dolce come il miele .
Stavolta la scena si sposta a Reggello , un luogo speciale , immerso nel verde delle colline , è terra di olio , frantoi e campagna .
Il clima mi esalta e sulla linea di partenza son carico , voglio onorare questo ritorno con una gara esaltante , ne ho sentito parlare tante volte della Corsa dell’Olio , non nego che mi sono studiato il tracciato , eseguiró il copione predisposto .
Sin dai primi metri capisco che è giornata giusta , finalmente posso capitalizzare .
Parto forte , ho un ritmo infernale , sia in discesa che in salita sono costante , in piano invece cambio passo .
Poi arriva una salita lunga , dura quasi 2000 metri , ti toglie il fiato , decido di abbassare i giri per il finale .
La strada inizia a spianare , gli ultimi 4000 metri sono la riprova di come quel lavoro svolto sui cambi di passo si erge in tutto il suo splendore . È un sublime dinamico , serve solo il marchio di fabbrica che fa capolino .
Quello scatto a 3’13” toglie ogni velleità , prima di prendere la medaglia mi tolgo la bandana sbattendola lontano , è una gioia senza freni , racchiude ogni sacrificio , ci godo tanto .
Sono esimo , me ne frego con tutta la felicità possibile , adesso ho quanto mi agogno da tempo e non voglio più cederlo . Rido , spedisco quel bacio al cielo , stringo la mano ad alcuni concorrenti in segno di FairPlay , la medaglia è suggestiva , andrà a far compagnia alle altre e in contemporanea apparterrà alla mia terra .
Solo un luogo come Reggello poteva essere il teatro di cotanta bellezza , uscendo verso Cascia infine spendo una preghiera .
Il motivo è quello noto , cambiando vita il passo mette in risalto altri connotati , quando vado forte sto troppo bene , talvolta mi pare di percepire proprio l’atarassia .
Nessun commento:
Posta un commento