mercoledì 4 dicembre 2024

GRAZIE SANREMO

Apparentemente  sono soddisfatti , in contemporanea mi girano altamente poiché gli ultimi chilometri si sono dimostrati micidiali nonostante iniziassi di nuovo a galleggiare decentemente . 
In quei momenti ho applicato la mentalità da ultra , neppure un metro è stato camminato , a dimostrazione di un ulteriore cambio di passo e di approccio . 
Nel debriefing son venuti a galla gli errori che andranno corretti nelle prossime occasioni , sullo stesso piano restano le certezze ormai acquisite tra cui l’alimentazione in generale 
La formula acqua gel barrette in gara è consolidata, niente grassi nei 4 giorni precedenti alla maratona , carboidrati con proteine , poco caffè ed ecco cosa si ottiene . 
Resta una ulteriore limatura al pb di più di 3’ che va ad aggiungersi ad un anno straordinario dove il miglioramento è su tutte le lunghe inclusi quei 50 km in sei ore a Grosseto . Inoltre ci sono i compagni di squadra che mi hanno atteso con abbracci , c’è il mio allenatore che piazza 3 ore 10’ e spiccioli in una maratona dopo alcuni anni , in soldoni si torna da San Remo con una esperienza importante . 
Quel pizzico di amarezza lo porto con me perché son cambiato e non smetto di analizzare i particolari . 
Adesso c’è la rivincita su quel percorso da prendersi , dalla valle di Chio voglio tornare con la brocca della Ronda e dargli il posto che merita assieme agli altri trofei . 
Ci attendono poco più di 50 giorni che vanno onorati con il lavoro duro , se andrà bene a quel punto si virerà sul piatto di Faenza . 
Lì dove c’erano macerie ora nascono fiori , lì dove c’era desolazione si scorgono pb . 
Son divenuto un minimo prestazionale e non conosco pietà , dopo 51 lunghe posso permettermi un parere e chiudo la porta in faccia a Barcellona , quell’uomo bistrattato non esiste più , una nemesi lo ha folgorato , accenna un sorriso solo alla fine , in gara non parla , brandisce i pugni a una vita difficile che lo ha messo alla prova . 
Sostanza e qualità sono state unite , vanno consolidate dando dimostrazione di un’altra parte del teorema , non si migliora brindando ma lavorando forte , al limite , prendendosi rischi come gli infortuni . 


giovedì 4 luglio 2024

50 VOLTE IN PLANCIA

 Ero in controllo totale di ogni emozione , mancava solo il finale , avrei posto la parola fine a 55 giorni duri , senza tregua . Pensavo ai sacrifici , alle rinunce , alle magliette sudate , a quel teorema che prende forma , diviene realtà e da inizio a qualcosa di nuovo . 
Sono nato per andare oltre , 50 volte rappresentano un numero enorme , ero partito con 12 minuti in salita 15 anni fa , il cerchio si chiude con 50 km è più di 7 ore in giro . Ho avuto la fortuna di non subire infortuni gravi , la gestione di un inconveniente è stata la chiave di lettura più corretta . 
A ogni chilometro della terza Pistoia Abetone ricordavo le gare lunghe a cui avevo partecipato , sopratutto mi sovvenivano in testa i luoghi , i momenti difficili e gli arrivi più sofferti . 
Ma oggi sto troppo bene , la centratura rasenta un livelll alto di perfezione , a Piazza giungo corricchiando sulle punte , alle Piastre mordo , sul piano di Pontepetri costruisco una base verso Maresca dove sferro un attacco micidiale , la discesa tra Gavinana e San Marcello è un esempio di tattica , giro a 30 km sotto le 4 ore , volutamente fino a Mammiano rifiato , al Cartello della Lima vado in fuga , corro lento senza camminare un metro , salgo con costanza , faccio leva su una condizione fisica strepitosa , al traguardo maratona giro sotto le 6 ore , mi sento una palla di cannone . L’adrenalina fa il suo dovere , ma capisco che non starò sotto le 7 ore , non importa , ho il comando emozionale , tiro un po’ i remi in barca verso Cecchetto , è l’ennesima finta , a 2000 metri dall’arrivo cambio passo , voglio che sia presente . Grazie ad esso la mia vita ha connotati migliori . 
Da alcuni minuti sono insieme a Giordano Chiappelli che ha portato in fondo tutte le edizioni della Pistoia Abetone , concordiamo di giungere assieme alle piramidi . Li mi attende Babbo Elvino Gennari assieme a Marco che purtroppo lo scoprirò in seguito si è ritirato causa crampi a soli 6 km dal traguardo . 
La discesina ci introduce all’arco del display , varchiamo e da lì in poi è Torcida . Corro da Elvino che si commuove, lo abbraccio , lui ha dato la spallata a vecchie abitudini usando il motto NO SACRIFICIO NO VITTORIA . 
È il trionfo , cade il muro , non smetto di sorridere , ritiro la medaglia e infine indosso la maglietta di Finisher . La gioia non si frena , penso alla soddisfazione che ho dato al capitano della Mens Sana , Pietro mi ha dato una fiducia che mai dimenticherò , a tutti gli altri amici della squadra che hanno partecipato e terminato questa gara . 
Barcellona è un pallido ricordo , le parole che udii  sono state cancellate oggi da un sublime dinamico . Questo è veramente uno tsunami , ghiaccio che travolge . Ha vinto il mio teorema , 4-0 in casa a Faenza e 3-0 a Pistoia . Quanto ci godo , mentre rientro in pullman indosso la maglietta della Maratona di Firenze , a novembre sarò lì , per la decima volta , per provare a stare sotto le 4 ore , per usare quella adrenalina da animale da ultra . Per dedicarla a babbo che ho sentito vicino ancora una volta , ho la sua  grinta in attacco e in difesa . 50 volte , finalmente riesco a sfogarmi dicendolo e scrivendolo , tengo gli occhi sulla rotta sull’asse Firenze Faenza Foiano Siena Montepulciano Pistoia Poggio Rosa , li ho tracciato il territorio . Sono a casa e tutto è partito dalle macerie . 

domenica 16 giugno 2024

CHIEDI ALLA POLVERE

 È una domenica interlocutoria così come lo sarà la prossima , inizio ad accusare un minimo di stanchezza, avrei voglia di chiudere la stagione e di tracciare quella linea .
L’attesa snerva , nel frattempo si programma l’autunno che non sarà come lo scorso anno , ho deciso di ridurre gli impegni puntando sulla qualità del chilometraggio .
Sarà la maratona di Firenze a fine novembre il momento clou , iniziano ad essere veramente tante le 10 edizioni a cui ho partecipato alla gara di casa , lì dove ho iniziato vorrei aprire un nuovo ciclo per programmare infine il quinto Passatore .
Firenze e Faenza sono nel mio destino molto più di altri luoghi , mi sono sento atipico seppure le radici raccontino altro .
Nel frattempo sfoggio quel cambio di passo che da un senso agli accadimenti , ripenso spesso ai primi tentativi e ai tanti fallimenti , rivedo il film di quel giorno ricordando attimo per attimo e penso a quanto margine ci sia per migliorarlo ulteriormente .
A Poggibonsi ha fatto capolino dopo 5 km circa , in piano brucia come il fuoco , avendo a disposizione un rettilineo non esita , fa prigionieri .
Ha essenzialmente bisogno di motivazioni forti e non gliele faccio mancare , in quelle prima parte scarica a terra tutta la potenza per poi acquietarsi onde evitare i fuorigiri .
Non conosce però i bassi regimi , non vuole essere conservativo , al minimo cedimento risale con la forza di uno tsunami .
I suoi POSSO DEVO ti donano momenti unici .
Se poi ci aggiungi anche delle finte allora ti schiarisci le idee . 
Sono sicuro che la sua essenza faccia parte di una evoluzione , la base è il fartlek svolto ad una intensità , ma il progressivo rappresenta  il completamento .
Variando la velocità ogni 30/35 minuti per circa 2 ore si getta una base importante , forse è quella decisiva  per restare sotto le 4 ore e fregiarsi di un qualcosa di veramente importante .
Non voglio più correre maratone con medie conservative per almeno 5 anni , ho bisogno di adrenalina , di brividi . 
Come nel finale di Poggibonsi  voglio vivere , quella rappresenta  la vera dimensione , poi arriverà il resto, Non ho personal trainer ne lì cerco  , studio in maniera autonoma , prendo spunto leggendo e modulando , quando spiana cambio passo senza pietà , mi piace alzare la polvere , significa che il lavoro svolto è corretto .


sabato 8 giugno 2024

UN CAMBIO ALL’ALBA

 Lo spirito può essere anche quello di una non competitiva ma sento quella fiamma che arde , il cambiamento si staglia in quegli occhi prima rilassati poi come d’incanto diventano cattivi , aggressivi per rilassarsi solo al termine e complimentarsi.
Sono gli effetti del cambio di passo , su di esso ho investito tempo sudore e sacrifici , è un meccanismo automatico che scatta se alimentato con motivazioni precise .
Prevede un canovaccio che varia a seconda delle circostanze , ma quando si innesca ha il peso di una sentenza , si placa quando ha raggiunto l’obiettivo .
“Funzionerà però dopo una 100 km ?”è però il tarlo che mi perseguita da anni , l’unico modo per saperlo va vissuto e pensato in anticipo .
Le prime impressioni sono incerte , il tracciato leggermente in falsopiano non aiuta , poi divenendo piatto i dubbi si diradano , è lo stesso prima del viaggio verso Faenza .
A tratti sembra anche migliore , va gestito onde evitare infortuni , possiede fluidità degna di un fiume che scorre .
Nel finale va oltre , tracima , le pulsazioni nel giusto range lo alimentano perfettamente .
La magia di quell’ora rimette in moto l’arrivo a Faenza , che si erge con prepotenza all’Alba di Siena .
I giardini di quel lungo viale verso la piazza del Popolo fanno capolino , l’aria della Romagna mi ha restituito il sorriso , saluto gli altri cordialmente , ringrazio per la colazione e vado a lavoro .
A Pontepetri ci proverò di nuovo , è lì dove si può guadagnare per giungere fresco alla Lima , ho un piano che sta prendendo forma , ormai non ci sono più conservativi o sorrisini di spocchia , ora fa da protagonista la concretezza , il lavoro e il dinamismo .
L’amore tornerà quando meno me lo aspetto , intanto qualcosa si muove , non ho fretta , cambierò passo anche lì poi andremo a Firenze , voglio ripartire da lì , da quel piazzale .

lunedì 27 maggio 2024

4 VOLTE FAENTINO

 “Come sei bella amore mio , ti ho sognato per 5 anni e vederti all’alba è un sogno che si avvera “.
Ho gridato questa frase ai quattro venti mentre ho avvistato quel cartello con scritto FAENZA  , per la prima volta il canovaccio predisposto è andato a farsi benedire , il TITOLO non può volatilizzarsi , mancano tre chilometri al traguardo , sono sotto il tempo limite e quindi posso permettermi un minimo di teatrino .
La lucidità torna dopo la rotonda , mi seggo su una panchina , slaccio lo zaino dal quale estraggo la bandiera della Mens Sana che un mio compagno di squadra mi aveva consegnato prima della partenza , tolgo il giubbino e lo scambio con la canotta che sarà ben in vista con il pettorale , infine mi alzo , riparto , vado verso il traguardo .
Fantastico però con la testa verso la Pistoia Abetone , getto le basi per la prossima con la quale si chiuderà il cerchio delle ultra .Dopo una mezz’ora si materializza il traguardo , sorrido , brandisco la bandiera consapevole del fatto che la vedranno tutti .
È uno spot micidiale per la mia società e lo dico anche allo speaker che mi intervista .
Poi ritiro la medaglia e mi rinchiudo nel silenzio , salgo sul pulmino che porta i podisti alla palestra dove si lavano e riposano .
Sono proprio a mio agio in mezzo a quelle persone , molto più di una stanza d’albergo anonima .
Tolgo gli abiti sporchi , faccio una doccia , mi asciugo , indosso la tuta e infine mi distendo sui gradini della palestra , dormo all’istante felicemente .
Al risveglio sono rilassato , vado di nuovo in piazza tra la gente e osservo gli arrivi.
Questo è il modo più corretto di vivere il podismo .
Di quelle ore mi resterà impressa la determinazione brandita in ogni secondo , la salita di Fiesole corsa senza affanno , l’accoglienza di alcuni amici a Borgo , Razzuolo e Casaglia con i cambi di abiti al volo , i giovani di Casaglia che rapidi mi hanno dato lo zainetto con i calzini puliti , la magia della notte dopo la Stazione di Marradi , la cordialità della gente si ristori .
Adesso si va all’Abetone , sarà la numero 50 complessiva , traccerò un bilancio , con signorilità parlerò di alcune cose , me lo posso permettere per una volta poi tornerò a lavoro .
Eh si proprio quello che mi ha ridato dignità grazie ai consigli di alcune persone alle quali va la riconoscenza .

lunedì 20 maggio 2024

PRIMA DI TORNARE

 Conosco ogni strada di Colle , so dove posso perdere velocità e mi rendo conto che ci sono dei tratti in cui il ritmo posso variarlo come meglio credo .
Si va , è la prova antecedente alle 48 ore più importanti podisticamente del 2024 , aleggia l’idea di non forzare troppo la mano , vorrei concludere il percorso in poco più di 50 minuti .
Faccio male i conti , al posto delle gambe ho due motori clamorosi , dopo la prima salita la gara di campionato prende una piega differente .
Cambio passo con tanta frequenza nel giro di pochissime centinaia di metri e non percepisco fatica , un gruppetto prova a reggere questo urto ma in discesa viene fuori in tutto il suo splendore quel lavoro svolto.
È la valanga che sommerge, davanti ho un concorrente che viene invitato dai suoi compagni di squadra a tenere duro , sanno che sta arrivando quel ghiaccio travolgente .
Gli vado via agile e poi quella discesa finale con due episodi che sottolineano un periodo irripetibile : abbraccio un amico poco prima del traguardo , ci consociamo da anni , lui mi lancia la frase : “ Faenza ti aspetta , torni a casa “ , io mi trattengo a stento e lo ringrazio , poi il traguardo , sono esimo con uno scatto assurdo superando alcuni e varcando con il pugnetto brandito .
Da lì in poi il pensiero va lassù , oggi babbo sarebbe stato felice , forse mi avrebbe voluto vedere nella sua Colle , lui ci teneva . 

mercoledì 15 maggio 2024

SI VA PER IL TITOLO

 Pago la partenza perentoria , 20 km in due ore sono veramente tanti , si accusano sopratutto se svolti con il caldo e il sole a picco .
C’e Stato un momento in cui avrei voluto restituire il pettorale , mi muovevo con circospezione attendendo che la crisi svanisse e puntualmente facendo leva sulla serenità mentale è andata come avevo previsto .
Si è riacceso il motore , arrivo al traguardo maratona ed entro nel mondo più amato , li ho ancora più consapevolezza , mi sembra di indossare un paio di pantofole .
Non ho calze a compressione , le ho tenute in borsa per la prima volta , anche questo è un segnale di svolta ulteriore , uno schiaffo perentorio alle abitudini .
A Foiano sono a casa , come dice lo speaker : “ É La tua seconda patria “ .
Ci si prova a raggiungere il traguardo di ultra , si cambia di nuovo passo , si soffre e poi dopo aver udito il secondo sparo che decreta la fine della sei ore prendo l’adesivo , lo incollo al terreno e finalmente sono libero .
Mi seggo sulla prima sedia ma prima vado da Maurizio e sua figlia per ringraziarli , sono stati lì due ore a tifare , li accarezzo con dolcezza poi non riesco a trattenere l’emozione , sfogo tutta la rabbia accumulata abbracciando Mauri il quale a sua volta capisce e si commuove dicendo : “ È qui dai , lo sai “ .
In quei km finali ho già la mente a Faenza , la mia Hollywood .
Vado a prendermi quello che mi spetta , ci ho lavorato forte da poi di un anno e non tralascerò un particolare .
Si va per il TITOLO , questa è la frase più corretta , ma sono voluto passare dalla mia seconda patria prima perché a Foiano così come a Faenza ,Firenze , Montepulciano e Castiglione d’Orcia vive una parte di me .
Per 46640 si possono avere crampi , è ammissibile , in altre occasioni no . Ho dato tutto , sono felice e il viaggio ora possiede un senso . 

martedì 30 aprile 2024

NESSUN GRIGIORE

 Sono in rampa verso la Romagna , faccio incetta di sensazioni positive per giocarmi al meglio quell’attimo , 12 ore di riposo dopo Poggibonsi con un finale in crescendo si materializza la mezza di Orbetello sotto le due abbondanti . Non è la giusta occasione per un pb , i rimpianti stanno alla larga perché ci ho provato girando come a Scandicci sugli 11, poi ho mollato consapevolmente . 
Ma il top non è stato domenica bensì il giovedì a Foiano , per la prima volta posso sventolare un negative split sul breve e poi parte la Torcida anzi no . 
Si rimanda alle 17 del 30 giugno ogni cosa , ogni sacrificio deve essere considerato un privilegio , in questi 47 km più altri 7 come defaticante del lunedì sta impressa l’idea più rivoluzionaria : la serenità . 
5’09 a Foiano , 5’32 a Poggibonsi , 5’21 a Orbetello sono le medie finali e segnano un’epoca che non vuole fermarsi . Non pesticcio , lavoro forte , quella base ha solidità , regge vari urti , è costruita sulla pietra , possiede la lucentezza di una supernova , non contempla grigiori radiofonici o pasti succulenti , in sobrietà muove i passi , nasconde la determinazione efficacemente . 

mercoledì 20 marzo 2024

IL TRENO È IN ORARIO

 Non è andata bene la maratona di Roma , ho peggiorato il tempo rispetto a Pisa , sono di cattivo umore , mentre rientro con la metropolitana , eppure ho raggiunto quota 47 arrivi includendo le ultra .
Dovrei un minimo festeggiare , ostentare un sorriso , invece sto rinchiuso nel silenzio , mi lavo velocemente quando arrivo dai cugini .
Essi capiscono il mio stato d’animo , nel giro di pochi minuti il morale sale di nuovo seppure mentalmente riviva la gara e puntualmente vengono a galla gli errori .
Questa analisi è schietta , senza tanti giri di parole , dovevo indossare dei calzini diversi , il dolore al piede è la riprova di una postura errata , dovevo partire ancora più lento , il problema allo stomaco del mercoledì non era stato superato completamente , il senso di vuoto verso il km.30 è stato causato dalla sottovalutazione del caldo , bisognava avere nelle gambe altri due lunghi di cui uno di almeno da 35 km.
Se sono giunto al traguardo lo debbo alla gestione delle energie , alla esperienza e alla lucidità ormai acquistata .
Mi rilasso , dormo e trovo pace in quel pomeriggio di sonno , poi verso le 16 arriva una notizia tremenda , il direttore Joe Barone ha accusato un infarto ed è stato ricoverato d’urgenza in ospedale prima della partita tra Atalanta e Fiorentina .
Capisco che la situazione sia grave , mi arrivano messaggi da persone fidate e il martedì Joe lascia questa terra .
Ha ragione mio cugino Pino : dovrei lavorare meno e godermi un po’ di più la vita , vorrei agire così quadrando il cerchio definitivamente .
Bisogna cambiare di nuovo e questa trasferta mi ha aperto. 
Quel treno ha dato una spallata importante a momenti difficili , grazie Roma .




mercoledì 6 marzo 2024

QUEI FINALI FELICI

 Quell’attimo ha le fattezze di una realtà fortemente voluta , squarcia in due la serata più anonima , sia benedetto in eterno il cambio e la cancellazione di vecchie abitudini . Con. Le ripetute da 2000 metri si esce da una nuova zona di conforto, rappresenta una evoluzione ulteriore , la progressione adesso è realtà .
Parto , accelero , recupero , poi alzo di nuovo il ritmo , lo riabbasso per rigenerare , finisco in crescendo , stanco ma felice .
Mi seggo su una sedia che casualmente si trova lì , immerso in tanti pensieri , conscio di aver capitalizzato ogni sforzo e sfiancato da quell’ultimo strattone palesemente sotto .
Gli altri amici di squadra mi vedono stranito , assente , non capiscono quell’attimo , è normale poiché fa parte della sfera intima e pedissequamente la domanda alla risposta non arriva .
“ Dove sei stato fino ad oggi ?? Perché  questa bellezza arriva tutta assieme ???”
Monteroni , il mio allenatore , “ Babbo” Elvino , il lavoro , due ragazzine a cui trasmetto adrenalina , un minimo di tranquillità , nel mosaico mancano solo alcuni piccoli particolari e sarà completo .
È vita , sorrido , prendo fiato come nel recupero di 300 metri fatidici, amo questo cambio di passo , l’assioma di Kant ora sorregge questa struttura . 
Penso , devo . 
3000 metri di riscaldamento , ripetute 3x2000 metri , 400 metri di recupero e ultimo 1000 a 4’42”. 
Come è lontana Barcellona .

lunedì 4 marzo 2024

UNA CAREZZA A QUEL SOGNO

“Tieni duro e pensa solo  al ritmo “
Marco mi spronava così in quei 5000 metri finali di quei 30 km , il piano che avevamo in testa non ammetteva soluzioni ulteriori , bisognava che la media finale rasentasse la perfezione , si getta la base per un balzo nuovo .
Fisicamente ma sopratutto mentalmente è un test credibile , gli equilibri sono sottili quindi vanno gestiti con cura .
Per la prima volta siamo andati solo con i gel , acqua e sali rappresentano i liquidi , lo stomaco reagisce ben allo sforzo , qualche dolorino alle spalle è normale , giriamo in un lembo di circa 8 km senza curve , ci siamo concessi al massimo un minuto per ristoro poi è solo quella valle di silenzi interrotti dalla voce di uno speaker che commenta una gara nei paraggi .
Si arriva a quota 30 , ci fermiamo e da lì avanti inizia l’attesa , non parliamo , la stanchezza si fa sentire , sincronizziamo con l’applicazione , beviamo poi teniamo in sospeso il fiato .
Appaiono tutti i dati e gli annuncio : “ 5’40” Marco “.
Lui ride , prende il telefono e controlla , io non parlo , sono stravolto , cambiamo le magliette fradice , poi inizia il debriefing e il tema non cambia : puntiamo forte sul lavoro .
Ripenso a come sono state pure centellinate le parole , non andava sprecato il fiato in queste ore , rispetto all’ultima volta la media è scesa di 5” , invece il tempo trascorso è diminuito di 2 minuti precisi .
Guardo Marco che sorride , raramente è così poi si apre :” A questo punto devi solo crederci “.
Io non riesco a parlare , penso a tutti i sacrifici , alle rinunce , a come il podismo sia una medicina meravigliosa .
“ Per Firenze faremo un lavoro tutto diverso , avremo molto più tempo per programmare i lunghissimi , avrai ancora più velocità a breve , vedrai , vai a Roma e...”.
“ Ci proverò , anche se dovessi rosicchiare qualche minuto mi avvicinerei all’obiettivo , lavoriamoci “.
“ Se acquisisci ulteriore  velocità anche nel lungo è fatta , ci lavoriamo dai “.
Come sono lontani i tempi in cui vedevo 21 km di camminata in 3 ore oppure i 30 km sopra le 4 ore , eppure anche qui vale il cambio di passo , di vita , di abitudini e quel magnifico giorno a Monteroni .
“ Ci pensi spesso vero ? Era molto ondulato quel tracciato , ma poi accendesti “.
“ Quella scena mi ha cambiato le prospettive , dopo l’ultima salita avevo alcuni concorrenti davanti , gli cambiai passo in discesa e poi in piano , da lì è iniziato un nuovo percorso , il celebre episodio che conosci ha preso una forma differente , ora amo andare veloce “.
30 km , 2 ore 50’57” , media 5’40”.
Si chiama lavoro , non è apparenza , per certi versi è un bello schiaffo ma essendo un signore lo considero una carezza a quel sogno .

martedì 20 febbraio 2024

UN ANIMALE

 E se non ci fossero stati i carichi sulle cosce come sarebbe finita alla mezza di Scandicci ?
Ero partito con un profilo basso rasentante il suolo , poi d’incanto la luce ha accecato il mattino , quei rettilinei sembravano la manna scesa dal cielo in raffronto alle salite viste nelle ultime settimane .
Le prove generali di due settimane fa erano confortanti sulla mezza maratona , eppure ad Arezzo in una garetta breve in saliscendi mi ero liquefatto .
Rivolevo quel minimo di velocità conquistato a forza di lavoro duro, ma non avevo tenuto di conto della nuova metamorfosi in atto.
Dopo l’episodio celebre dello scorso anno muto pelle di continuo , l’aver riscoperto e modulato il cambio di passo è stata la panacea di tutti i mali .
Una volta ricevuta la medaglia l’ho tenuta al collo finquando non mi sono allontanato dalla zona arrivo, una volta giunto alla soglia dello spogliatoio l’ho riposta nel borsone .
Non amo brandire , lo considero un fatto che rasenta il pudore , non appartengo alla categoria di chi dopo 10 km gira tutto il giorno sul lungomare con un oggetto appeso al collo scattandosi foto .
Fatta la doccia ho rivisto la gara mentalmente e mi sono concentrato sul prossimo obiettivo , a Roma ci andrò con serietà , conscio di poter ambire a quel premio dopo 8 anni duri .
Il ragionamento va fatto sempre in prospettiva , seminando al momento giusto e raccogliendo quando si presenta l’occasione .
Roma Faenza e infine l’Abetone sono le tappe fino a giugno . Lavoro , lavoro , lavoro è il motivo principale , ormai vivo in questo modo .
Quando cambio passo mi trasformo , è qualcosa di struggente , vorrei che alcune persone mi vedessero , so che quando lancio loro quel bacio prima di arrivare mi tremano le labbra , se vado forte lo debbo a come hanno saputo responsabilizzarmi .
A 156 battiti non soffro , godo di una dimensione diversa dal conservativo .
Ho fatto bene ad andare a Livorno quel giorno di pioggia , li ho ripreso in mano una vita, a Scandicci ho confermato i miglioramenti sulla mezza seppure di soli 9 secondi .
Ora ci credo , ci metto anima e cuore ancora più di prima , sono un animale come nella canzone di Battiato.

lunedì 29 gennaio 2024

GRAZIE SIGNORE PER AVERCI REGALATO IL TENNIS

 Ho sfogato tutta la rabbia repressa per anni dopo la vittoria di Sinner , che vincendo contro Medvedev conquista il suo primo torneo del Grande Slam.
È stata una partita dura , lunga , il russo era scappato via vincendo i due sets iniziali senza particolari patemi , il nostro era contratto , lentamente il match è girato a suo favore perché l’avversario ha accusato la stanchezza dei giorni precedenti .
Sinner è uscito alla distanza concludendo il quinto set con un dritto alla Jim Courier il quale poi avrebbe presenziato la premiazione .
Finalmente dopo quasi 48 anni un italiano si impone in uno dei 4 tornei principali della stagione e poi mostra il suo lato migliore , ringrazia la famiglia che ha sempre appoggiato le sue scelte sin dalla tenera età .
Adesso inizia un nuovo capitolo per il tennis italiano , in molti purtroppo saliranno su quel carro , si improvviseranno esperti e non ricorderanno cosa fosse Maceiò o Vienna o Milano .
La vittoria di Sinner cancellerà quei momenti terribili ricchi di nefandezze e allontanamenti dalla passione per lo sport della racchetta .
Io non ci sto perché mi indigna tutta questa passione finta , dove eravate quando in quelle occasioni ? Seguo questo sport da una vita , so chi stato Skoff o Mattar o Norman . 
Appronteranno nelle scuole progetti per promuovere questa disciplina , non sanno che più di 30 anni fa un minorenne appassionato portò al liceo di Colle di Valdelsa un corso attinente al tennis durante l’autogestione. Quei 4 giorni fecero furore , venne pure un maestro Fit a tenere una lezione , coinvolgemmo altre scuole e fu molto bello .
Per fortuna Jannik è nato in Alto Adige , lo aspettavo da tanto tempo e ora voglio godermelo per anni .
Sinner ha i valori che mio babbo mi ha trasmesso , usa il lavoro , non ama apparire . Ecco il sale nel piatto : sacrifici .

mercoledì 24 gennaio 2024

DALLA CENERE A FAENZA

 Sono nel salone messo a disposizione per i partecipanti , qui a Grosseto è andata secondo programma eccetto qualche problemino intestinale , sto indossando qualcosa di pulito e resto in attesa dei risultati ufficiali della sei ore della Maremma .
Debbo dire che è stato tutto organizzato perfettamente dai ristori,  ai parcheggi , al tracciato veramente suggestivo sulle mura , la medaglia in legno è suggestiva .
Non nutro grandi aspettative sulla distanza , sarei felice se avessi raggiunto un nuovo obiettivo , ci ho provato negli ultimi 20 minuti cambiando passo più volte dopo che era scattato il passaggio alla maratona.
I battiti si erano abbassati grazie a due giri di camminata e a un ristoro un po’ più lungo , il garmin segna poco più di 49 km , sono contento .
A un certo punto però trilla il telefono , è una notifica , penso sia Marco che si congratula della sei ore , ci eravamo telefonati durante i giri di camminata , era entusiasta di come fosse andata .
Invece non è lui , ci hanno spedito la classifica ufficiale  , cerco il mio nome , scorro verso destra per vedere la distanza , strabuzzo gli occhi , i polsi mi tremano .
50191 metri è il responso , allora mi stravacco sul divanetto , bevo un sorso di acqua e rifletto su quel dato  inconfutabile .
C’e ben poco da aggiungere , vado da Max gli mostro il telefono , anche lui è incredulo , mi abbraccia , durante quelle ore mi ha spinto a provarci , a crederci .
“ Ora sei un altro “ sono state le sue parole .
Ho ripreso il discorso interrotto in maniera perentoria , so tenere alta la tensione e non voglio più essere un  mollusco ,la dignità me la sono riconquistata col lavoro duro .
Un ultimo pensiero lo spendo per i miei compagni di squadra che sono stati encomiabili , hanno gareggiato nelle staffette con grande impegno , a turno si sono spesi per incoraggiarmi quando mi incrociavano sul tracciato , Pietro non mi ha mai fatto mancare l’affetto ai passaggi davanti al nostro gazebo , ho trovato ancora una famiglia e questo mi rende sereno , ne ho bisogno .
È un piccolo successo su tutta la linea , ormai la cenere vola via , si prepara la 100 km , il vero banco di prova , voglio tornare a Faenza , a casa , dopo 5 anni sarebbe bello .