martedì 10 marzo 2015

W IL PROSCIUTTO

"Dicono che il fatturato McDonald’s sia in forte crisi, schiacciato dalla dittatura del biologico, dalla tirannia del vegano, dall’esclusivismo del vegetariano. Dicono che sotto una delle insegne più famose del mondo siano preoccupati, perché tutto quello che sembrava all’avanguardia della modernità con il simbolo McDonald’s si è trasformato in una cosa vecchia, superata dai tempi, un po’ come il fumo delle sigarette, che un tempo faceva figo e adesso è appannaggio dei “portoricani” e degli strati di retroguardia della società. Però che nostalgia. Un tempo, quando si entrava in uno dei tanti punti di quella catena, ti sembrava di aver fatto ingresso nel tempio del non convenzionale, del non tradizionale. Ti sentivi cittadino del mondo, un pizzico di cosmopolitismo al ketchup, un grano di universalismo con il cetriolino che immancabilmente guarniva l’hamburger.
Sono entrato per la prima volta in un McDonald’s a New York, e lì dentro era come trovare i grattacieli, il ponte, Times Square. Una cosa lontanissima dall’Italia e dagli spaghetti e dalla pizza. Era il primo posto gastronomicamente globale visto nel mondo. La pizza, negli Stati Uniti, non c’era perché non arrivava la mozzarella: nemmeno a Little Italy la potevi trovare. I tedeschi mangiavano gli spaghetti, scotti e sconditi, come contorno. In Italia non esistevano ancora i ristoranti etnici. Bisognava andare a Londra o a Parigi per conoscerli. Da noi, al massimo qualche cinese (che comunque era molto diverso dai cinesi di Chinatown a New York). Mangiare quelle polpette chiamate hamburger dentro quel pane, confezionato in quel modo, ordinato in quella maniera ti faceva sentire un secolo avanti. Un tempo si diceva addirittura che mai due Paesi in cui comparisse il simbolo McDonald’s sarebbero entrati in guerra tra loro: purtroppo non è più così. 
Quando si decise di aprire a Piazza di Spagna a Roma il primo ristorante McDonald’s d’Italia, i tradizionalisti romani, di destra e di sinistra, fautori del nazional-popolare, odiatori dell’Amerika, trattarono gli invasori come se fossero gli antenati degli hooligans olandesi che hanno devastato la città e la Barcaccia del Bernini. Fecero pure un esorcismo a base di maccheroni per scacciare la spazzatura globalizzata che si stava impossessando della Città eterna. Tanto che quelli di McDonald’s dovettero ricorrere alla bravura degli architetti perché dessero un tocco di classe e di italianità a locali che nel resto del mondo erano rigorosamente standardizzati. 
Poi cominciarono i primi scricchiolii. Sempre meno sicura di sé la polpetta globale venne affiancata da variegate insalate che dessero un tocco “verde”, naturale, quasi dietetico. McDonald’s cominciò ad essere accusata come la causa principale dell’obesità di massa. Un film mise al corrente il mondo di quanto fosse ingrassato un tizio che aveva mangiato per un mese intero da McDonald’s mattina e sera. Come se uno che mangiasse per un mese intero salsiccia e spaghetti alla carbonara restasse smilzo e snello, solo perché non globalizzato. Oggi siamo quasi alla disfatta. McDonald’s è economico e veloce, ha differenziato il suo menu, ha strizzato l’occhio alla moda contagiosa del biologico, ma resta pur sempre qualcosa vissuto come un senso di colpa. Ci si va con i bambini, che ancora si divertono con i pupazzetti regalati dalla ditta globalizzata. Ma gli adulti, che prima varcavano la soglia del McDonald’s per sentirsi più spigliati, oggi quasi se ne vergognano. Con quella polpetta che non è chilometro zero, che imbarazzo. Si sentono come l’ultimo dei portoricani: con la sigaretta puzzolente tra le labbra".
( fonte:  corriere.it)

Lo ammetto : un bel panino con il prosciutto o la mortadella è da sempre il mio preferito .
Non è per nazionalismo ma per il sapore del salume in questione e del pane che scrocchia , gustato a metà mattina è emozionante , peccato che non ha mai tempo per uno spuntino dopo la prima colazione .
Mi sono sempre piaciuti i negozi di generi alimentari dove di confezionano ottimi panini farciti . 

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