sabato 1 settembre 2018

IL PILOTA AUTOMATICO

“Anticipo il secondo lungo , ho bisogno di chilometri, mi manca il viaggio “ .
“Ok vai , se stati bene è il momento giusto “ .
Questo è stato lo scambio di messaggi tra il sottoscritto e l’amico che mi suggerisce gli allenamenti da svolgere .
Scelgo un percorso ondulato , uso lo zainetto con i liquidi, metto in tasca qualche barretta e la partenza avviene seppure ci sia tanta umidità nell’aria .
Con il passare di minuti e delle ore capisco come queste distanze regalino qualcosa in più rispetto al breve , infatti si vede come la gestione avvenga in maniera differente .
I momenti di crisi sono attenuati da varie persone conosciute che  incontro lungo il percorso , i loro sorrisi contribuiscono a non mollare la presa , aumentando il chilometraggio realizzo che posso inserire a un certo punto il pilota automatico come lo chiama un mio amico .
È una verità scritta : dalla seconda ora ragiono in maniera particolare , la noia è una costante per la mente che dimentica la fatica .
Nonostante la durezza degli ultimi 3 chilommetri metto in cascina 25000 metri , è il segnale di avvicinamento alla 6 ore di ottobre .
Ho adesso due giorni per recuperare le energie spese , ogni volta che decido di salire un po’ più in alto mi chiedo come starò , sembra quasi di dimenticare di essere un ultramaratoneta .
Non so per quale motivo repentinamente avviene quella mutazione : il pilota automatico viene inserito , ho proprio bisogno di ampi spazi e  di praterie illimitate , li vedo me stesso nel bene e nel male .
Correndo ho imparato a conoscermi .

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