mercoledì 5 marzo 2014

COME LA PIETRA FILOSOFALE .

Quando peschi dei ricordi dalla memoria vorresti sempre mettere in disparte quelli non piacevoli e non mi esimo da archiviarli come esperienze di vita che ti fanno crescere .
Le storie di serate passate piacevolmente in compagnia di amici , i viaggi notturni per rientrare a casa dopo la discoteca e le ragazze che hai cercato di conoscere e che non si sono neppure degnate di guardarti negli occhi sono gli argomenti di riflessione durante interminabili code autostradali insieme alla inseparabile radio .
Poi una sera vai su Skype in chat con un amico e l'argomento si sposta sulla musica , il cavallo di battaglia di cui non puoi fare a meno e di cui parleresti per ore senza mai stancarti .
Quanti aneddoti sui vari cantautori , quanti dischi , cassette , cd ascoltati purché di dimenticare le amarezze quotidiane .
La musica funge sempre da palliativo e non puoi fuggire dal suo fascino .
Se poi si tratta di rock straniero soprattutto inglese allora mi arrendo : sono completamente dipendente dal British Style .
Ho ancora vivo il ricordo di quando per la prima volta ascoltai i Joy Division e mi ricordo l'imbarazzo provato in quel pub perché ero consapevole della mia ignoranza .
La scoperta del gruppo è stata una pietra miliare , una ondata che ha cambiato la visione che avevo del panorama musicale .
La voce di Ian Curtis e il basso di Peter Hook hanno spezzato quelle vecchie abitudini di giovane impacciato .
Una rivoluzione copernicana in piena regola .
Ancora oggi ringrazio quel meraviglioso dopo cena perché SHADOWPLAY mi è entrata nella mente e non è più uscita .

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