martedì 4 marzo 2014

MARKETING AGGRESSIVO .

In Italia ci dividiamo su qualsiasi cosa e il film che ha vinto l'Oscar ne è un fulgido esempio . La pellicola di Sorrentino può o meno piacere ma rappresenta la specchio di questo paese.
In tutta onestà ho faccende più importanti a cui pensare per schierarmi tra coloro a cui è piaciuto e coloro a cui non è andato giù .
Ritengo questo film trasmesso in tv a pochi mesi dalla sua uscita nei cinema una grossa operazione pubblicitaria e di marketing , esulando il discorso dalla critica cinematografica.
Mi sono letto chi lo ha prodotto e mi sono reso conto della bontà di quello che sto scrivendo .
Come ragionamento commerciale non fa una grinza , inoltre se pensiamo alla pubblicità venduta durante la messa in onda il quadro si fa ancora più chiaro .
Nulla da eccepire : la Rai non sarà mai più in grado di stare sui livelli di Mediaset .
I vertici di viale Mazzini devono puntare su qualcosa di diverso per essere appetibile al pubblico e infatti i loro canali arrivati dopo il passaggio al digitale terrestre mostrano contenuti che altrove non ci sono .
L'avvento di Internet ha dato una svolta al modo di concepire la tv , le modalità per la raccolta pubblicitaria sono rimaste identiche ma la visibilità è profondamente cambiata .
Ormai il metodo americano ha un peso specifico enorme : come per le merendine si cerca di basare il tutto sul confezionamento del prodotto , se poi quello che è il contenuto non rispetta le aspettative non importa , conta l'immagine e da li nasce il giudizio degli altri .
Ecco il punto focale : il giudizio degli altri come teorizzava Schopenauer.
Marketing e filosofia sono un compromesso perfetto seppur sia convinto che coloro che confezionano questi prodotti siano all'oscuro di chi fosse Vico oppure Kierkegaard.

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