giovedì 29 maggio 2014

IL CAPITANO DELLA ROMA .


 Sono passati 30 anni da quel 30 maggio 1984, giorno in cui la Roma di Liedholm perse ai rigori la coppa dei Campioni allo stadio Olimpico contro il Liverpool.
Purtroppo, lo stesso giorno del 1994 una triste notizia andò a abbattersi sulla testa dei tifosi giallorossi e lasciò senza parole il "dorato" mondo del calcio: Agostino, Di Bartolomei, ex capitano della Roma vincitrice dello scudetto nella stagione 1982/83 si era suicidato, sparandosi al cuore un colpo di pistola nella sua villa di San Marco di Castellabate, dove si era trasferito da alcuni anni insieme con la sua famiglia.Durante i sopralluoghi dei carabinieri venne rinvenuta in una giacca di Di Bartolomei, una lettera, strappata in piccoli pezzi che, rimessa insieme, fa un minimo di chiarezza sul gesto compiuto dall'ex capitano della Roma e recita : “Il mio grande errore è stato quello di aver cercato di essere indipendente da tutto, di non aver saputo dire no su tutto alla mia famiglia" e poi, ancora: «Mi sento chiuso in un buco».
Di Bartolomei era diviso fra l'amore dei suoi familiari e la nostalgia dell'ambiente del calcio che gli aveva voltato le spalle .
La moglie Marisa associò il gesto come "conseguenza del cinismo che impera nel calcio".
Eppure, Di Bartolomei si era speso tanto per la sua Roma, come fece nella finale contro il Liverpool quando arrivò il momento dei rigori e lui si presentò per primo sul dischetto trafiggendo Grobbelar. Su quella serata girano tante voci tra cui un litigio tra il capitano dei giallorossi e Falcao nel dopo gara poiché il brasiliano si era rifiutato di calciare uno dei rigori.
Durante la trasmissione Sfide dedicata alla vicenda di Di Bartolemei, Roberto Pruzzo dichiarò : "Certa riconoscenza nel mondo del calcio è difficile, anzi, quasi impossibile".
Di Bartolomei aveva riservatezza, dignità, serietà, ma il calcio è solo un affare, funziona come una lavatrice che congestiona i panni mentre li lava e questi valori hanno peso in altri campi che non sono verdi.
Ammiravo molto la figura del calciatore Agostino perché aveva grande tecnica e velocità di pensiero.
Ci sarebbe una domanda che posi a Graziani in merito al rigore non calciato da Falcao quel 30 maggio ma negli occhi di Francesco vidi distacco , probabilmente quella vicenda gli bruciava perché per i colori giallorossi fu una occasione irripetibile con un finale amaro . 

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