martedì 12 maggio 2015

AI PIEDI DI OSVALDO

Il 12 maggio 1985 la provincia italiana conobbe l'apice della gloria nel mondo del calcio .
Il Verona allenato da Osvaldo Bagnoli conquistò il suo primo scudetto dominando il campionato dalla prima giornata .
Quella squadra fu veramente un capolavoro sotto ogni punto di vista , possedeva personalità , carisma , fantasia e mise d'accordo i tifosi di ogni bandiera .
Quello che doveva essere il campionato di Maradona e Socrates , all'epoca esordienti in serie A con le maglie rispettivamente del Napoli e della Fiorentina , si trasformò in una favola a lieto fine invece di un gruppo saldo guidato da Briegel , Elkjiaer , Fanna , Galderisi e Di Gennaro .
Sono da imparare a memoria  le dichiarazioni che rilasciò Osvaldo Bagnoli a fine gara , perché rispecchiano il calcio di un tempo molto lontano dove il business era lontano , dove esistevano altri valori (il campionato 1984/85 fu l'ultimo in cui venne utilizzato il sorteggio integrale arbitrale ), da li a pochi anni sarebbe arrivato un ciclone che avrebbe cambiato le regole del gioco .
Vi riporto fedelmente le parole del tecnico lombardo : «Quando abbiamo subìto il gol non ho avuto il minimo timore di perdere lo scudetto. Innanzitutto perché mancavano ancora parecchi minuti dalla fine e la squadra era determinata e bene messa in campo e poi perché c'era comunque un'altra partita per rifarci e c'erano sempre i risultati dagli altri campi che ci potevano laureare campioni».«Quello che mi preoccupava di più era il dopo-partita, il fatto di dover affrontare mille interviste, esaltazioni, festeggiamenti e chiacchiere. Direi che la cosa più bella è stato il ritorno a casa. A differenza di tanti altri non c'è stato bisogno di baci, abbracci e pianti. Quando sono ritornato a casa e mia moglie mi ha aperto la porta ci siamo solamente guardati, senza dirci nulla e ci siamo capiti».

Aveva ragione Bagnoli : serviva poco per essere felici .

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