martedì 5 maggio 2015

WADA COLABRODO

Il team di ricerca si chiama “Athletes for Transparency”, otto atleti di alto livello che si sono fatti dopare appositamente dalle agenzie che combattono questa truffa sportiva e non per testare i protocolli utilizzati. Il tutto davanti alle telecamere di “Stade 2″, della televisione pubblica francese che ha ripreso il tutto.
Prima hanno chiesto tutte le autorizzazoni necessarie alle federazioni di riferimento e agli enti governativi, ottenendo dopo ben nove mesi il sì da parte di tutti gli attori coinvolti a patto che per due mesi non prendessero parte a nessuna competizione sportiva. Gli atleti si sono sottoposti a un’assunzione di microdosi di EPO, ma prese in maniera continua, assidua e alla fine si è scoperto che il passaporto biologico può essere facilmente aggirato.

La notizia la si trova sul Corriere della Sera: “Epo Theta iniettata in quantità dieci volte inferiore a quella standard, mini sacche di sangue da 200 mi invece di 450, ormone della crescita e ancora ferro e vitamina B per preservare l’organismo. Il tutto con effetti collaterali pesanti: un atleta è collassato durante la reinfusione del sangue, quattro hanno sviluppato (effetto del-l’Epo) un’aggressività incontrollabile. Micro le dosi, macro i risultati: dopo appena 29 giorni la potenza del ciclista-cavia è passata da 420 a 445 watt, quanto basta per balzare dal 250 al terzo posto in una cronometro mondiale. Migliorando di 22″ il tempo sui 3 mila metri, il mezzofondista ha scalato (virtualmente) trenta posizioni nel ranking intemazionale. Per tutti la sgradevole sensazione di «indossare un corpo diverso dal proprio». E i passaporti biologici? Immacolati”.
Il passaporto biologico, richiesto a gran voce anche in Italia, di fronte a microdosi di EPO non funziona. 
Fonte : onrugby.it


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