giovedì 29 marzo 2018

AVVOLTA DALLA COPERTA

Ti ho vista rinvolta in quella coperta e non ho perso tempo , sono venuto lì ad abbracciarti trattenendo le lacrime  perché non era il contesto giusto , poi ti ho guardato in un momento di tenerezza forse l’unico di quelle ore passate sotto la nevicata , sono ripartito ancora più carico e desideroso di giungere al termine del viaggio .
Cara Ale quello che ho patito nelle ore successive è stato anestetizzato , sarei arrivato anche strisciando te lo garantisco .
Se il dolore si spostava dall’addome al polpaccio non ci pensavo , non era un mio problema , avevo promesso che in ogni caso avrei profuso ogni energia affinché fossi di nuovo ultra .
Ma alla fine non ce l’ho fatta , è stato più forte di me , voglio che tu sappia : dopo la consegna della medaglia mi hanno accompagnato al ristoro e li ho dato sfogo a tutta la rabbia .
Ho pianto per alcuni lunghissimi secondi davanti a tuti i presenti , ho addentato un biscotto , l’ho lasciato cadere poi sul tavolo ed è andata in scena tutta la sensibilità di cui sono in possesso .
I miei arrivi non sono solo frutto del lavoro , mi guida il pensiero unito al ricevere messaggi da persone come te .

Ps: sono stato di recente per lavoro dalle tue parti e avevi ragione come al solito , c’è un paesaggio speciale , in primavera deve essere piacevolissimo .

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