domenica 22 aprile 2018

LENISCONO IL DOLORE

Dopo 37 chilometri di paesaggi splendidi in Valdorcia inizia una crisi davvero difficile da contenere , la fortuna vuole che da lì a poco ci sia il ristoro , l’amico con cui sto correndo riparte dopo essersi cambiato , il caldo non vuole attenuarsi , ci stringe in una morsa .
Mi seggo un un muretto , sono affaticato alla gamba destra , prendo tempo , mangio , bevo , rifletto su come debba muovermi ma sono lucido .
Decido di azzerare quanto è accaduto sino a quel momento , indosso una nuova maglietta e riparto .
Tiro fuori tutta la determinazione di cui sono in possesso  , voglio arrivare perché ho un progetto da rispettare , sposto il pensiero solo sull’obiettivo lontano .
A 2000 metri dalla fine incappo in una salita pazzesca , il dolore è alle spalle seppure sia un po’ zoppicante , poi incrocio gli altri amici che ormai sono giunti al traguardo da ore , mi attendono e finalmente mi sciolgo nel pianto , varco alla mia maniera , ricevo la medaglia e resto in silenzio .
Ringrazio Gesù per avermi dato questa chance , i sorrisi di questi ragazzi sono meravigliosi , leniscono il caldo asfissiante , vorrebbero che mangiassi qualcosa ma percepisco un senso di vuoto pazzesco .
Ripenso a quello che ho visto durante la giornata , la valle di Terrapille , Triboli con quei cipressi da cartolina e soprattutto l’alba .
La Valdorcia ormai è una piccola fetta di cuore , tornerò ancora , è stato bellissimo anche avere avuto la possibilità di fare lo speaker per alcune ore dopo l’arrivo , ho intervistato i protagonisti della 103 km , ho riso con la gente , ma senza gli amici e LEI tutto questo non sarebbe stato possibile .
Il giorno successivo ve lo racconterò nel prossimo post e vi garantisco che è qualcosa di inaspettato , è la dimostrazione di come un uomo sia conscio delle proprie capacità pur avendo tanti limiti , li entra in gioco solo la mente .

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