martedì 9 settembre 2014

I FIGLI DI SCOZIA .

"Nei giorni scorsi David Cameron si era vestito di rosso, di bianco e di blu, e metaforicamente avvolto nell'Union Jack era partito alla conquista della Scozia. Impossibile scorribanda nel cuore di una nazione che regala a Westminster un solo deputato Tory, avendo delegato se stessa ai deputati Labour e nazionalisti. Ieri il premier ha trovato il sostegno del resto del Parlamento nelle vesti non solo del suo Cancelliere George Osborne, ma di quello ombra, il laburista Ed Balls e dell'omologo liberaldemocratico Danny Alexander. Tutti insieme appassionatamente per abbassare il bastone là dove Cameron aveva teso la carota.
Quello pronunciato una settimana fa dal premier era stato un discorso volutamente enfatico, in bilico fra riferimenti storici e acuti nazionalistici, per denunciare un Regno condannato a farsi minore, se il distacco si consumerà davvero il 18 settembre quando gli scozzesi andranno al voto per decidere la secessione. «Voglio che il messaggio echeggi chiaro da Manchester a Motherwell, fino alla gente di Scozia: restate con noi». 
L'appello di David Cameron seguito dal warning di George Osborne e dei suoi omologhi, segna il cambio di strategia. Il terrore lascia spazio alla moral suasion condita con dosi di realismo, a nome del parlamento e non più del governo. I toni minacciosi fatti di prospettive economiche miserrime hanno, fino ad ora, provocato l'effetto opposto a quello desiderato. L'ultimo opinion poll firmato da ICM fa segnare, infatti, un balzo di cinque punti per i nazionalisti, giunti oltre il 37%, mentre il fronte unionista è calato dal 49 al 44 per cento. La causa va ricercata in un'offensiva a tutto campo sulle conseguenze dell'addio dal Regno. In pochi giorni Edimburgo s'è sentita dire che: l'adesione alla Ue in caso di vittoria degli indipendentisti non è affatto scontata; che sulle riserve petrolifere del Mare del Nord ci sarà molto da discutere; che molte imprese muoveranno verso i lidi del Sud britannico. Risuona da giorni anche la voce, scozzesissima, di Alistair Darling, ex Cancelliere dello Scacchiere laburista nel governo di Gordon Brown. «In una Scozia indipendente, Royal Bank of Scotland - non si stanca di ripetere - avrebbe portato alla bancarotta l'intero Paese»."
Questo è uno stralcio ripreso dal sito del SOLE 24 ORE ,in merito ad una questione che turba e non poco il Regno Unito .
Il 18 settembre con un referendum storico verrà deciso se la Scozia dopo qualche secolo diventerà indipendente dalla Corona Inglese .
Chiunque ha in mente il celebre film con Mel Gibson "Braveheart",dove William Wallace combatteva per la libertà del proprio popolo .
I tempi sono certamente cambiati ,l'Inghilterra vive questa attesa diversamente . Può essere una buona occasione per una nuova fase economica e per sua Altezza può essere la riprova di come il mondo non viva più di tradizioni .
La Scozia può essere un ottimo ausilio per l'Europa , viste le risorse naturali che possiede .
Una ricerca dell'istituto nazionale della ricerca economica e sociale inglese calcola che alla Scozia indipendente spetterebbe il 91% dei ricavi legati all'oro nero.



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