domenica 21 dicembre 2014

CYBERBULLI .

Diciotto ragazzi a Torino sono stati denunciati per furto e aggressione. Avevano organizzato dei raid punitivi attraverso Whatsapp. I social network alimentano le dinamiche di branco, e facilitano l'esercizio della violenza grazie alla sensazione di protezione che danno a chi attacca, quando non si tratta di vero e proprio anonimato. Abbiamo chiesto alla dottoressa Barbara Forresi, responsabile del centro studi di Telefono Azzurro, cos'è, dati alla mano, il bullismo. Ne è emerso un quadro molto diverso dai luoghi comuni.
"Il bullismo presenta delle caratteristiche precise: intenzionalità di colpire la vittima, cioè di arrecare un danno psicologico, di umiliare e sottomettere per ribadire la differenza di potere fra vittima e persecutore; l'asimmetria infatti è la seconda caratteristica. Terza, la ripetitività: la vittima è vessata di continuo con ogni mezzo. Nel caso del bullismo online, l'esclusione dal gruppo su facebook, la diffusione di video diffamanti o di informazioni non vere attraverso la creazione di falsi profili. Il caso di Torino, per ora, sembrerebbe diverso: si tratta piuttosto di una vendetta, mentre altra caratteristica del bullismo è la sua gratuità: la maggioranza delle vittime, quando si chiede perché viene presa di mira, risponde di non averne idea. Di solito sono elementi fragili, più isolati, che il gruppo - il bullo ha sempre bisogno di un pubblico, non opera da solo - si diverte a prendere di mira arrivando ai reati: dal furto della merenda, ai libri, agli oggetti più costosi".
Le vittime sono riconoscibili da dei sintomi?
I sintomi sono aspecifici e denotano disagio: mal di pancia, mal di testa, difficoltà ad andare a scuola. Sta al genitore mettere insieme i pezzi ed indagare. Un altro segnale può essere se il ragazzino dice di perdere spesso il telefono e altri oggetti, nascondendo in realtà dei furti.
Come si può intervenire nel caso di una violenza "invisibile" come quella del cyber bullismo?
Anche nel caso delle violenze via internet, l'importante è avere un dialogo tale da far riconoscere il genitore come un interlocutore nelle situazioni di difficoltà. In questo modo se c'è una problematica virtuale o "fisica", il ragazzino ne parlerà. Ma bisogna ricordare che c'è sempre un pubblico che è a conoscenza degli atti di bullismo: i coetanei. Per questo ci rivolgiamo a loro nelle nostre campagne: rimanere in silenzio equivale ad appoggiare il bullo. Chiamando il 1.96.96, Telefono azzurro può far intervenire la polizia postale, ad esempio quando vengono diffusi in rete video girati negli spogliatoi. Spesso i bulli considerano le proprie angherie degli scherzi: bisogna che i coetanei siano consci che scherzi non sono, e che provocano nella vittima un profondo disagio.
E' possibile che il bullismo abbia delle conseguenze a lungo termine sulle vittime?
Il bullismo provoca un'autosvalutazione di sé e l'autoisolamento. Se questi processi non vengono interrotti, possono dare luogo a disturbi ansiosi e depressivi in età adulta. Bisogna sfatare il luogo comune che il bullismo aiuta a farsi le ossa: i ragazzi di oggi sono più sensibili e la loro reputazione, concetto base nell'adolescenza, molto più facilmente bersagliabile che in passato.
Come abbiamo detto si ha una percezione sbagliata del fenomeno. Quali sono i dati che inquadrano il bullismo?
E' difficile fare delle stime sul bullismo non denunciato. Per quanto riguarda le nostre consulenze, negli ultimi 4 anni sono raddoppiate, dall'8 al 16%, trainate dal cyberbullismo. Inoltre bisogna tenere presente della sua diversificazione: nonostante nei paesi del sud Europa ne esistano meno forme - forse a causa di un contesto sociale più "caldo" e di famiglie più accudenti rispetto ai Paesi nordici - anche da noi esistono diverse casistiche: bullismo contro stranieri, o che colpisce l'identità sessuale, bullismo femminile, bullismo online...
Pensando al bullismo vengono in mente ragazzotti maschi del liceo, invece il quadro non è proprio questo
Il bullismo inizia in età sempre più precoce: non adolescenti, ma ragazzini degli ultimi anni delle elementari, che poi proseguono nelle loro angherie (subito o inflitte) nel corso degli anni scolastici. In questa età bisogna far capire al bambino prepotente il peso delle sue azioni sugli altri. Il caso del bullismo femminile va particolarmente contro il luogo comune: rappresenta la maggioranza delle nostre consulenze e si tratta di ragazzine tra gli 11 e i 14 anni.
Per far fronte al fenomeno del bullismo, Telefono Azzurro, attraverso il numero gratuito 1.96.96, i social e la chat sul sito www.azzurro.it, ascolta ogni giorno, 24 ore su 24, il dramma non solo di bambini e adolescenti vittime di bullismo, ma anche degli adulti che gli sono accanto e non sanno come intervenire, offrendo loro un supporto e un intervento immediato. Canali di aiuto molto preziosi, che ora è possibile sostenere grazie alla campagna di raccolta fondi con SMS solidale al 45596 intitolata“Fermiamo il bullismo, adesso", promossa da Telefono Azzurro Onlus dall'1 al 21 dicembre 2014.

Fonte : tgcom24.it

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