giovedì 4 dicembre 2014

LA VITA CHE RINASCE .

Mina ha 17 anni, è alla sua prima gravidanza e si trova in travaglio già da qualche ora. La ragazza è stesa su un lettino del reparto di maternità aperto da Medici Senza Frontiere a Kabul col volto contratto per il dolore. Il suo bambino è troppo grande perché possa venire alla luce con un parto naturale e sarà necessario un taglio cesareo d'emergenza. Complicazioni come queste sono comuni ma la maggior parte delle strutture ospedaliere in Afghanistan non sono attrezzate per gestirle.
L'equipe del nuovo reparto di maternità di MSF si occuperà proprio di queste complicazioni, per fornire a donne e bambini le cure specialistiche di cui hanno bisogno.

L'ospedale si trova nel distretto di Dasht-e-Barchi, nella parte ovest di Kabul, una zona della città in cui il numero degli abitanti è cresciuto di dieci volte negli ultimi dieci anni, fino a superare il milione di persone.

La struttura e i tre piccoli centri sanitari non riescono a rispondere ai bisogni di una popolazione tanto numerosa. Le donne del distretto sono costrette a rivolgersi agli ospedali del centro della capitale, dove sono costrette pagare, o, in alternativa, a cliniche private dotate di scarsi mezzi.

Il reparto, inaugurato all'inizio dell'anno, ha avuto una gestazione molto simile a un parto complicato. Oggi ospita 42 posti letto e si prepara ad accogliere circa 130 casi complicati ogni anno e ad accogliere altrettante nuove vite.

Alle cinque del mattino è arrivato il primo bimbo, un bel neonato di 3,3 kg. La madre e il bambino stanno bene. Mina non ha ancora pensato a un nome per il suo bimbo, ma adesso ha tutto il tempo per farlo.

(Fonte : tgcom24.it)

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