domenica 26 ottobre 2014

LONTANI MA SIMILI .

Reyhaneh Jabbari, la ragazza condannata a morte per aver ucciso il suo stupratore, è stata giustiziata in Iran. Nonostante gli appelli internazionali rivolti alle autorità, la 26enne è stata impiccata in una prigione di Teheran nella quale era stata rinchiusa. Alcuni giorni fa era fallito l'ultimo tentativo di ottenere il perdono dalla famiglia della vittima perché Reyhaneh non aveva voluto smentire la propria versione dei fatti. ( fonte: tgcom24.it)

La ragazza ha dimostrato una grandissima dignità e non ha fatto alcun passo indietro di fronte a un processo avvenuto con gravi irregolarità .
Non voglio dilungarmi in merito a quanto accade in un paese come l'Iran dove la difesa dei diritti fondamentali soprattutto quando si parla di donne è una utopia .
Al di là del cordoglio manifestato quello che mi sorprende è la posizione presa dagli Stati Uniti .
Nel comunicato diramato dal dipartimento di stato americano si parla di " gravi preoccupazioni sulla giustezza nel processo " e di "notizie estorte con durezza " .
Non avendo prove in merito mi chiedo se negli Stati Uniti conoscano cosa sia affisso sui muri della città iraniana di Shahin Shahr e siano a conoscenza del pensiero del supremo leader religioso islamico Ali Khamenei .
Ne parlano proprio gli americani che contemplano in una fetta del paese la pena di morte e non si pronunciano su quanto avviene nella prigione di Guantanamo .

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