martedì 9 febbraio 2016

UMILTÀ RARA

Ho sempre ammirato l'umiltà con cui si pone Roberto Donadoni , nelle interviste non alza mai la voce , è cosi educato che sembra non faccia parte del mondo del pallone .
Eppure è stato un giocatore straordinario , era ambidestro e quando accelerava sulla fascia per l'avversario erano dolori .
Non si mai tirato indietro di fronte alle difficoltà , Vicini gli chiese di dirigersi sul dischetto quando si dovettero calciare i rigori per definire la vincitrice tra Italia e Argentina nella semifinale di accesso alla finale della coppa del mondo del 90 , venne chiamato sulla panchina della Nazionale per il dopo Lippi , lo scorso anno dovette barcamenarsi nel fallimento del Parma e non si dimise .
Le squadre da lui allenate sono sempre state lineari , pratiche e senza svolazzi .
Insomma il suo calcio è lo specchio del carattere schivo che non ama la luce dei riflettori .
La vicenda legata alla famiglia Anquiletti è da libro Cuore  e i figli dell'ex terzino del Milan hanno rilasciato una dichiarazione alla stampa dolce come una carezza .
È raro assistere a qualcosa del genere perché ormai il mondo del calcio è divenuto terra di conquista solo per procuratori e fondi di investimento .
I sentimenti sono sempre più rari , ma quelli fortunatamente li possiede un uomo che fa di nome Roberto e di cognome Donadoni , bergamasco ex ala del Milan degli Invincibili , silenzioso , sensibile, sempre pronto ad aiutare chi si trova in difficoltà .
A Bologna sta facendo un ottimo lavoro affinché i felsinei possano restare in Serie A e i tifosi lo apprezzano .
Qualcuno dovrebbe prendere esempio da lui quando si presenta di fronte alle telecamere , ma l'umiltà è una dote rara , spesso si preferisce la presunzione , ma senza gavetta si va poco lontano .




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