domenica 20 luglio 2014

PIETRE INCANDESCENTI .

"Non si può ricordare Paolo Borsellino e assistere ai tanti tentativi in atto, dalla riforma dell’ordinamento giudiziario, a quella in cantiere sulla responsabilità civile dei giudici, alla gerarchizzazione delle Procure anche attraverso sempre più numerose e discutibili prese di posizione del Csm". “In una sentenza definitiva della Corte di Cassazione è accertato che un partito politico, divenuto forza di governo nel 1994, ha poco prima annoverato tra i suoi ideatori e fondatori un soggetto da molto tempo colluso con gli esponenti di vertice di Cosa nostra e che da molti anni fungeva da intermediario consapevole dei loro rapporti con l’imprenditore milanese che di quel partito divenne esponente apicale. Oggi questo esponente politico , dopo essere stato definitivamente condannato per altri gravi reati, discute con il Presidente del Consiglio in carica di riformare la legge elettorale e quella Costituzione alla quale Paolo Borsellino aveva giurato quella fedeltà che ha osservato fino all’ultimo respiro”. “E’ necessario non perdere la capacità di indignarsi e trovare la forza di reagire, tutti abbiamo il dovere di evitare che anche da morto Paolo Borsellino debba subire l’onta di vedere calpestato il suo sogno di giustizia”.

Questo è solo uno stralcio delle parole pronunciate dal pm Di Matteo durante le commerazioni per il ventiduesimo anniversario della strage di via D'Amelio dove perso la vita il giudice Paolo Borsellino e la sua scorta ( Agostino Catalano, Vincenzo Li Muli , Walter Cosina , Emanuela Loi , Claudio Traina ). 
Non credo sia opportuno aggiungere altro se non ricordare che il suddetto pm è stato minacciato di morte da parte di Totò Riina . 
Le reazioni politiche che sono giunte ve le lascio immaginare , però le parole di Di Matteo hanno l'odore della pulizia e della verità . 

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