giovedì 31 luglio 2014

FIORENZA È VIVA .

31 luglio 2002 , ero di ritorno da lavoro quando mi arrivó un messaggio a cui seguì una telefonata tra le peggiori che abbia mai ricevere . La gloriosa Ac Fiorentina era clamorosamente fallita , non erano giunti i bonifici tramite i quali avrebbe potuto iscriversi al campionato di Serie B dove era retrocessa dopo una stagione a dir poco travagliata con risvolti picareschi .
Ecco cosa scrisse David Guetta sul suo libro " la mia voce in viola " su quel duro momento che segnó per sempre la vita di noi tifosi .

"Il 31 luglio mattina Lodà e Sartoni mi assicurarono che tre bonifici erano partiti da tre banche diverse per coprire i 22 milioni di Euro necessari per iscrivere la Fiorentina al campionato. Eravamo quasi fuori tempo massimo, ma in Federazione avrebbero aspettato anche l’ultimo secondo pur di non escluderci. Fu una giornata terrificante, passata al telefono a farci coraggio: arrivano, stanno per arrivare, le banche chiudono tra pochi minuti e dei soldi non c’è traccia, non arriva più niente. Speravo ancora in un colpo a sorpresa di Vittorio, tipo lui che si presenta a Roma con l’assegno in mano proprio mentre la Fiorentina sta per essere spedita in Eccellenza. La mazzata finale me la dette alle 20.30 Leonardo Bardazzi, che mi chiamò dalla redazione fiorentina di Stadio: .
Maledetto! Dieci, mille, un milione di volte maledetto! Ci hai rovinato, hai ucciso un amore vero solo per le tue pazzie, ci hai tenuto in ostaggio negli ultimi due anni, ci hai costretto nell’ultimo mese ad uno stato di febbrile angoscia che è stato quasi peggio della mancata iscrizione. Maledetto, non ti perdonerò mai.
Dormii tre ore quella notte, e quando mi alzai alle sei del mattino del primo agosto guardai allo specchio la mia faccia stravolta. Mi dissi: ora basta, dobbiamo ripartire. Dovevo condurre una diretta lunghissima, la più difficile trasmissione della mia vita e non potevo permettermi di comunicare agli altri la mia angoscia. Avremmo ricominciato anche dall’Eccellenza, avremmo fatto vedere al mondo di che cosa sono capaci i fiorentini, come successe con l’alluvione nel 1966. Arrivai a Prato e cominciai a parlare…".
Ogni volta che rileggo questo estratto ricordo ancora quei terribili momenti . 
Ero un tifoso di una squadra fallita che non sapeva da dove sarebbe ripartita . Solo di una cosa ero certo : mai avrei cambiato bandiera . Il senso di appartenenza a Firenze era ancora più saldo . 

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