sabato 9 gennaio 2016

UNA BUSTA FAMILIARE

Un’azienda che più di un posto di lavoro assomiglia ad una famiglia. Nel quotidiano e grazie a piccoli e grandi gesti di generosità come quello di Piero Macchi, fondatore della Enoplastic, azienda nata nel 1957 ed oggi leader nella produzione di capsule, tappi e delle chiusure innovative per l’industria enologica, una realtà in costante crescita e votata all’innovazione tecnologica che oggi conta circa, 280 dipendenti, 150 macchinari e quattro filiali in Spagna, Nuova Zelanda, Australia e negli Stati Uniti.


Un imprenditore illuminato, appassionato di meccanica e buon vino,che ha creato una grande azienda e ha fatto un bellissimo (e inatteso) regalo di Natale ai lavoratori della sua azienda, considerati più come una famiglia allargata che come dipendenti.
Sono proprio i lavoratori della Enoplastic ad averci contattato per raccontare la bella sorpresa che hanno trovato al rientro dalle feste natalizie.
L’imprenditore ha dedicato la sua vita alla passione per la meccanica: i lavoratori più anziani, cresciuti con lui nella ditta prima a Casbeno e poi a Bodio Lomnago, 
dove oggi c’è il cuore dell’intera produzione, lo descrivono come «un uomo deciso, con valori forti e con un senso di appartenenza alla sua azienda unico. Credeva nel valore del lavoro, dell’unità di tutte le componenti per arrivare ad un risultato comune, sapeva riconoscere i meriti. Era un inventore, un innovatore: metteva le mani sulle macchine, ne creava sempre di nuove, aveva idee e inventiva. Ci siamo sempre considerati una grande famiglia e questo regalo di Natale è un segno di tutto questo».
Oggi l’azienda è guidata da Giovanna Macchi e Michele Moglia, entrambi amministratori delegati, affiancati dal fratello di Michele, Andrea e dal neo 
presidente Samo Kalin. Un’azienda dove lavorano intere famiglie, dove chi va in pensione presenta la candidatura di un parente, dove c’è un codice etico rigoroso e una ferrea attenzione alla sicurezza e al benessere dei lavoratori. E dove si crede nel futuro e si investe nelle persone, anche con gesti di generosità come quello che Piero Macchi ha voluto lasciare ai suoi dipendenti, con la massima discrezione, ma con una grande attenzione nei confronti delle persone, che valgono molto più di una macchina.
Fonte:  varesenews.it
Sarei curioso di sapere se certe persone venissero a conoscenza di una storia del genere , forse sono ancora oscurati dalle apparenze , vivono rinchiusi nella loro stanza e non osano aprire la finestra sul mondo .
Come non dare loro torto , le abitudini sono ben radicate e cambiarle sarebbe un oltraggio alla "tradizione". 












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