venerdì 10 giugno 2016

PORTO I FIORI A MIA MAMMA

" La prima cosa che faccio appena rientro passo a casa di mia madre per portarle i fiori che mi hanno regalato " con questa frase ho capito che avevo davanti non il solito atleta ma un uomo in possesso di valori ben saldi .
La chiacchierata con Giorgio Calcaterra è stato emozionante senza alcun dubbio , l'ultramaratoneta romano non si è stancato di rispondere alle domande delle persone che affollavano il luogo dove è avvenuta la presentazione del suo libro .
Sono rimasto piacevolmente sorpreso  dalla sua disponibilità ed educazione , ha raccontato la sua esperienza nella 100 chilometri più famosa vinta per ben 11 edizioni consecutive ammettendo che "Il Passatore " è la sua gara preferita in ogni senso .
Il divismo non appartiene a quest'uomo di 44 anni , ha dichiarato che molti meriti dei suoi successi li deve al padre il quale lo iscrisse nel 1982 ad una gara podistica praticamente per caso e in vari passaggi della sua vita menziona il genitore per averlo sostenuto nelle sue scelte .
Dalle parole che ha pronunciato si nota perfettamente come quest'uomo viva il podismo con spiritualità , ma allo stesso tempo dichiara di aver compiuto anche degli sbagli  nella gestione di alcuni aspetti .
L'ammissione dell'errore appartiene a chi usa la critica costruttiva e Giorgio Calcaterra è un membro di quella categoria .
Non sono mancati i momenti divertenti ma evito di raccontarli poiché mi dilungherei fino troppo .
Nel momento in cui mi ha autografato una copia del suo libro ho notato come la sua scrittura sia perfetta e abbia riflettuto su cosa volesse scrivere nella dedica .
L'ho abbracciato dolcemente , lo sport italiano ha bisogno di persone del genere .
Se noi runners lo chiamiamo Re Giorgio un motivo c'è ed è  racchiuso nel sapersi donare alla gente dopo il termine delle sue gare , infatti non nega abbracci a coloro che lo hanno atteso all'arrivo .
È un esempio sotto ogni punto di vista .

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